«Il coronamento del lavoro»
L’anno scorso Bellinzona ha vinto il premio per la mobilità «FLUX - Snodo d’oro» per la riprogettazione del piazzale della stazione. Quali erano gli obiettivi del progetto?
Nel dicembre 2019, dopo il massiccio potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico su gomma del dicembre 2014 e la ristrutturazione della stazione FFS di Bellinzona, terminata nel 2016, si è conclusa anche la costruzione del nuovo nodo intermodale, vera e propria piattaforma d’interscambio che collega la rete del trasporto pubblico locale e la mobilità privata alla ferrovia tramite una nuova stazione di fermata dei bus e rinnovate possibilità di posteggio. Questa zona di Bellinzona, polo fondamentale del trasporto pubblico dell’agglomerato e porta d’ingresso di AlpTransit in Ticino, è stata oggetto di importanti interventi di riordino dei flussi di traffico, migliorando i collegamenti, per chi vi giunge in treno, in bus o con il mezzo privato, compresa la bicicletta. Per il Comune il nodo intermodale ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nell’ambito della gestione dei trasporti e l’aver ricevuto il premio nazionale “Flux – snodo d’oro” è stato il coronamento del lavoro portato avanti in sinergia tra autorità comunali, cantonali e federali.
Come si sono sviluppati il traffico, la qualità della vita e l’economia da allora?
Il nodo intermodale ha effettivamente permesso un migliore accesso alla rete del trasporto pubblico (TP), favorendo così la riduzione del traffico individuale motorizzato (TIM), a beneficio della qualità di vita e dell’ambiente. Particolare attenzione è stata rivolta alla mobilità lenta (ML), con l’introduzione di una fitta rete di bikesharing, la realizzazione di comodi stalli per biciclette e la prima Velostation a sud delle Alpi. Il nodo si è immediatamente posto quale nuova centralità cittadina, favorendo l’arrivo di viaggiatori, compresi i turisti, e aumentando così la clientela potenziale per i commerci locali.
Che effetto ha il progetto del piazzale della stazione sulla ripartizione modale?
Con la successiva messa in esercizio della galleria di base del Monte Ceneri nel dicembre 2020, il nodo d’interscambio ha contribuito a dare un decisivo impulso alla mobilità pubblica, raddoppiando gli utenti giornalieri della stazione FFS di Bellinzona. L’effetto è quindi stato molto elevato, visto che insieme alla realizzazione del nodo è stata anche potenziata l’offerta del trasporto pubblico urbano che in dieci anni, a Bellinzona, ha visto raddoppiare il numero di passeggeri trasportati. La ripartizione modale pure è quindi migliorata in favore del TP e della mobilità lenta: partendo da una percentuale di TIM che nel 2012 superava il 70%, oggi nel Bellinzonese è scesa al 64%, ciò che è di buon auspicio per raggiungere l’obiettivo del Programma d’agglomerato di quinta generazione attualmente in elaborazione di avere entro il 2040 un ulteriore aumento della quota modale del TP (12%) e della ML (35%) e quindi una percentuale di TIM che non superi il 53%.
Bellinzona persegue infatti un’ambiziosa strategia per la mobilità ciclistica con l’auspicio appunto di raddoppiare il numero di cicliste e ciclisti entro il 2040. Qual è stato il motivo scatenante e quali sono i principali provvedimenti previsti?
Bellinzona ha definito nel Piano d’azione comunale (PAC), allestito nel 2021, l’obiettivo di passare dall’essere una città ancora piuttosto orientata all’automobile a una città delle biciclette. Quale primo strumento è stato allestito il Piano comunale della mobilità ciclistica (PMC), che prevede investimenti per oltre 30 milioni di franchi entro i prossimi 15 anni: nuove superfici ciclopedonali, strade ciclabili, nuove passerelle, l’istituzione del 30 km/h lungo alcune importanti strade cittadine e standard d’intervento sulla rete stradale per garantire la sicurezza e attrattività del traffico ciclistico.
Lei fa parte anche del Consiglio nazionale. In che misura riesce a esercitare il Suo influsso, affinché a Bellinzona migliorino le condizioni generali?
Durante i primi mesi di legislatura a Berna ero effettivamente ancora pure vicesindaco di Bellinzona, carica che ho poi terminato con le elezioni comunali dello scorso 14 aprile, non essendomi ricandidato, pur mantenendo per ora alcune funzioni accessorie come, ad esempio, la presidenza della Commissione regionale dei trasporti. Le sinergie sono evidenti e i rapporti anche con le autorità e le aziende federali (penso in particolare, nel campo dei trasporti, con l’Ufficio federale delle strade, con quello dei trasporti e con le FFS) frequenti e senz’altro utili per avere più ascolto e informazioni di prima mano.
Come sarà la situazione del traffico a Bellinzona tra 20 anni?
I modelli prevedono un continuo aumento del bisogno di mobilità, compreso quello tramite la individuale motorizzata (TIM). Ciò che si può auspicare è di riuscire a contenere e a gestire quell’aumento, continuando a sviluppare delle valide alternative, in modo che, nel segno della libera scelta del mezzo di trasporto, per determinate necessità ci si orienti sempre di più sulla mobilità collettiva o su quella dolce.
Simone Gianini, 48 anni, sposato e padre di tre figli, contitolare di uno Studio di avvocatura e notariato con sede a Lugano, è stato municipale di Bellinzona dal 2012 al 2024 (dal 2021 vicesindaco) a capo del Dicastero Territorio e mobilità, competente per la pianificazione del territorio, l’edilizia privata, il catasto e la mobilità, pubblica e privata. Dal 2012 è presidente della Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese e il 22 ottobre 2023 è stato eletto in Consiglio nazionale. |